La piscina comunale di L’Aquila

La piscina comunale di L’Aquila

L'Aquila municipal swimming pool - Italy

La piscina comunale di L’Aquila

Durante il periodo compreso tra la fine degli anni Venti e i primi anni Quaranta nell’ambito del contesto nazionale del Regime fascista, l’opera di rinnovamento del centro storico dell’Aquila, iniziata già a fine ‘800, trovò un suo momento di importante sviluppo.
Con la Riforma amministrativa del 1927 per la creazione delle nuove provincie di Pescara e Rieti, L’Aquila aveva subito un pesante ridimensionamento del suo territorio provinciale che ne aveva acuito la marginalità, già favorita, sin dall’epoca post-unitaria, dall’isolamento geografico rispetto alle grandi vie di comunicazione. La necessità di ribilanciare gli equilibri sociopolitici regionali, ribadendo il primato aquilano in Abruzzo, spinse il neo-podestà Adelchi Serena a mettere in atto il progetto della “Grande Aquila”, con il chiaro intento di rendere la città un moderno e prestigioso capoluogo.

L’annessione di 9 comuni limitrofi (Regio Decreto n.1558 del 29 luglio 1927), in linea con le direttive fasciste di accentramento amministrativo, portò ad un sostanziale aumento del territorio e al raddoppiamento della popolazione di quello che, dopo la riforma del ‘27, era divenuto il capoluogo di provincia meno popoloso d’Abruzzo. L’ampliamento territoriale e demografico fu accompagnato dal progetto di trasformazione urbanistica della città. Attraverso una serie di investimenti di regime, Serena mirava a fare dell’Aquila una elegante e moderna città monumentale, sviluppandola sia come efficiente capoluogo amministrativo che in senso turistico. In questo contesto socio-politico si inserisce la realizzazione del Campo Polisportivo del Comune dell’Aquila e, all’interno di esso, dell’edificio della piscina comunale. 


Immagine 1 – Fascicoli progetto

La localizzazione, posta nella periferia Nord del centro abitato all’epoca ancora dominata da campi ed edifici rurali, è di fondovalle ai margini del tracciato di attra­versamento della vallata costituito da Via Croce Rossa ed, in particolare, ai piedi del costone su cui sorge il monastero di S. Basilio (sec. XVIII), in adiacenza alle mura storiche della città.

Il progetto del complesso del Campo Polisportivo e quindi anche della piscina venne affidato all’Ing. Arch. Paolo Vietti-Violi (noto progettista nel campo delle strutture sportive) per la parte architettonica mentre la parte strutturale fu sviluppata dall’Ing. Gaetano Lisio. Quest’ultimo, insieme all’Arch. Mario Gioia (futuro vice-podestà dell’Aquila) ne curò anche la direzione dei lavori.


Immagine 2 – Planimetria generale intervento

Vietti-Violi elaborò tre diversi progetti per la piscina. Le prime due versioni, redatte tra il 1928 e il 1930, prevedevano anche una sala per la scherma e una palestra sovrapposta alla piscina, quest’ultima, affiancata dagli spogliatoi e da spazi di servizio, era priva di connessioni visuali con l’esterno, a differenza del progetto realizzato. L’atrio conduceva direttamente nella piscina, mentre alla palestra si accedeva attraverso una scala posteriore che proseguiva sino alla sala della scherma, posizionata sopra agli spogliatoi, al terzo piano, con affaccio sulla palestra a doppia altezza. 

Progetto versione del 1928


Immagini 3-7 – Elaborati progetto

Progetto versione del 1930


Immagini 8-12 – Elaborati progetto

La versione definitiva del 1932 si differenziava dalle precedenti sia per impostazione tipologica che per linguaggio architettonico, non più modernista ma di stampo razionalista in una configurazione monopiano a tutta altezza. Di questa versione, nella documentazione presente nell’Archivio di Sato dell’Aquila (cat. X, cl. 10 busto 230, 231) sono disponibili gli elaborati riportati nel progetto esecutivo per la parte impianti delle ditte Dell’Orto e IME – Milano nonché, in estratto, nella Relazione dei Calcoli Statici a firma Ing. Lisio.


Immagini 13-23 – Elaborati progetto

In particolare l’esperienza sviluppata da Vietti-Violi sulla piscina coperta di L’Aquila, una delle prime con struttura a travi in cemento armato, verrà riproposta dallo stesso in modo più scenografico ed ampliato nel progetto per piscina coperta di Istanbul nel 1953 facendo uso di travi curve.


Immagine 24 – Estratto da tavola di progetto

La testata del fabbricato al piano terra ospitava, ed ospita, l’ingresso, biglietteria e uffici della direzione al primo piano era previsto bar-bouvette e servizi, affacciato sulla sala della vasca su cui si incentra tutta la struttura. Sul fianco sinistro rispetto all’ingresso si trovano gradinate e spogliatoi. Al piano seminterrato sono ospitati gli impianti di riscaldamento dei locali, di riscaldamento e steriliz­zazione dell’acqua, di illuminazione e ventilazione.

Ampie vetrate caratterizzano la configurazione compositiva ed erano realizzate con serramenti doppi in ferro apribili a saliscendi, con riscaldamento tra i due vetri. Queste pongono in relazione gli spazi interni con il contesto del Campo Polisportivo e con la sistemazione esterna a solarium.
La ratio architettonica è guidata da una idea strettamente funzionale priva di declinazioni decorative con una struttura costituita da grandi telai in cemento armato e tamponature trasparenti, in vetro o vetro cemento, che rievocando i grandi edifici industriali e la loro intrinseca razionalità.

L’iter costruttivo, suddiviso su tre lotti, inizia il 15/07/1933 con la stipula del contratto di assegnazione dei lavori e l’inizio degli stessi. La realizzazione viene affidata alle imprese Federici Oliviero, Soc. IME Impianti Moderni Elettrici, Soc. Dr. L. Toschini.


Immagini 25-28 – Fase esecutiva carpenterie

L’11/06/1934 terminano i lavori e il 15/07/1935 avviene il collaudo a dell’Ing. Giovanni Carboni Ingegnere Capo del Genio Civile di Rieti.


Immagini 29-31 – Esterni ed interni

La struttura, ampliata e con rimaneggiamenti dovuti anche ad adeguamenti normativi è utilizzata tuttora e conserva in buona parte la sua configurazione originaria.


Immagini 32-33 – Stato attuale

Fonti
Archivio di Stato dell’Aquila, cat. X, cl. 10, busta 228, 229, 230, 231 – immagini e crediti fotografici: immagine di inizio articolo, N.1-23 e 25-28
BRUSAPORCI Stefano, Architetture per il sociale negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, Roma, Gangemi Editore, 2012
CLEMENTI Alessandro, PIRODDI Elio, L’Aquila, Roma-Bari, Laterza, 1986
GIANNANTONIO Raffaele, La costruzione del regime. Urbanistica, Architettura e Po-litica nell’Abruzzo del Fascismo, Rocco Carabba, Lanciano, 2006.
GIANNANTONIO Raffaele, Architetture per la gioventù negli anni Trenta: le province di Teramo e L’Aquila, in APPIGNANI Angela (a cura di), I giovani e i luoghi dell’istruzione dello svago e dello sport nella cultura degli anni trenta in Italia. L’Abruzzo, Comune di Pescara – Archivio di Stato di Pescara – Italia Nostra, Pescara 2007, pp. 73-98
SPAGNESI Gianfranco, PROPERZI Pierluigi, L’Aquila. Problemi di forma e storia della città, Dedalo, Bari, 1973
MAIEZZA Pamela, Aquila Moderna – Progetti e interventi nella prima metà del XX secolo, Publica, 2020
Associazione Culturale Ossola Inferiore, Architettura e Sport. Paolo Vietti Violi, 2016 – immagini e crediti fotografici: immagine N.24
https://www.ilcapoluogo.it/2013/05/13/quel-mare-tra-le-montagne-la-piscina-comunale-dellaquila/
Archivio ZED PROGETTI  – immagini e crediti fotografici: immagini N.29-33

 Paolo Casilio – ZED PROGETTI srl

During the period between the end of the 1920s and the early 1940s, within the national context of the Fascist regime, the renovation of L’Aquila’s old town centre, which had already begun in the late 19th century, found a moment of major development.
With the administrative reform of 1927 for the creation of the new provinces of Pescara and Rieti, L’Aquila’s provincial territory had undergone a major downsizing that had exacerbated its marginality, which had already been exacerbated by its geographical isolation from the major communication routes since the post-unification period. The need to rebalance the regional socio-political balance, reaffirming L’Aquila’s supremacy in Abruzzo, prompted the new mayor Adelchi Serena to implement the ‘Greater L’Aquila’ project, with the clear intention of making the city a modern and prestigious capital.
The annexation of nine neighbouring municipalities (Royal Decree No. 1558 of 29 July 1927), in line with the fascist directives of administrative centralisation, led to a substantial increase in the territory and a doubling of the population of what, after the reform of ’27, had become the least populous provincial capital of Abruzzo. The territorial and demographic expansion was accompanied by a project for the urban transformation of the city. Through a series of regime investments, Serena aimed to turn L’Aquila into an elegant and modern monumental city, developing it both as an efficient administrative capital and in terms of tourism. This socio-political context included the construction of the Municipality of L’Aquila’s sports ground and, within it, the municipal swimming pool building.
The location, on the northern outskirts of the town, which at the time was still dominated by fields and rural buildings, is at the bottom of the valley, at the edge of the road that crosses the valley, Via Croce Rossa, and, in particular, at the foot of the ridge on which the 18th-century St Basil’s monastery stands, adjacent to the historic town walls.
The design of the multi-sports complex, including the swimming pool, was entrusted to Paolo Vietti-Violi (a well-known designer in the field of sports facilities) for the architectural part, while the structural part was developed by Gaetano Lisio. Lisio, together with the architect Mario Gioia (future vice-podest of L’Aquila) also supervised the construction.
Vietti-Violi drew up three different plans for the swimming pool. The first two versions, drawn up between 1928 and 1930, included a fencing hall and a gymnasium above the pool, the latter of which, flanked by changing rooms and service areas, had no visual connection with the outside, unlike the project that was realised. The atrium led directly into the swimming pool, while the gymnasium was accessed by a rear staircase that continued to the fencing hall, located above the changing rooms on the third floor, overlooking the double-height gymnasium.
The final version of 1932 differed from the previous ones both in typological layout and architectural language, no longer modernist but rationalist in its single-storey, full-height configuration. The documents in L’Aquila’s State Archives (cat. X, cl. 10, busts 230, 231) contain drawings of this version in the executive project for the systems by the firms Dell’Orto and Ime – Milan, as well as an extract from the Report of Static Calculations by engineer Lisio.
In particular, the experience developed by Vietti-Violi on the indoor swimming pool in L’Aquila, one of the first with a structure of reinforced concrete beams, will be re-proposed by Vietti-Violi in a more scenographic and extended manner in the project for the indoor swimming pool in Istanbul in 1953, using curved beams.
The head of the building on the ground floor housed, and still houses, the entrance, ticket office and management offices; on the first floor there was a bar-bouvette and toilets, overlooking the pool hall on which the entire structure is centred. On the left side of the entrance are the bleachers and changing rooms. The basement houses the systems for heating the rooms, water heating and sterilisation, lighting and ventilation.
Large windows characterise the compositional configuration and were made with double iron frames that open up and down, with heating between the two panes. These relate the interior spaces to the context of the sports field and the outdoor solarium.
The architectural ratio is guided by a strictly functional idea devoid of decorative features, with a structure consisting of large reinforced concrete frames and transparent glass or glass-cement infills, recalling large industrial buildings and their intrinsic rationality.
The construction process, divided into three phases began on 15/07/1933 with the signing of the contract for the assignment of the work and its start. Construction was entrusted to the companies Federici Oliviero, IME Impianti Moderni Elettrici and Dr. L. Toschini.
On 11/06/1934 the works were completed and on 15/07/1935 the inspection was carried out by Giovanni Carboni, Chief Engineer of the Civil Engineers of Rieti.
The structure, enlarged and with alterations also due to regulatory adjustments, is still used today and retains much of its original configuration.