Norme e prassi sull’utilizzo del caschetto di protezione nei cantieri edili – 2

Norme e prassi sull’utilizzo del caschetto di protezione nei cantieri edili – 2

Safety helmet - 2

Norme e prassi sull’utilizzo del caschetto di protezione nei cantieri edili – 2

Facendo riferimento all’articolo “Norme e prassi sull’utilizzo del caschetto di protezione nei cantieri edili – 1” pubblicato in data 19.05.2017, si riportano alcune considerazioni aggiuntive:

Norme UNI EN

 

Caschetto generico

 

Caschetto-berretto con protezione interna

UNI EN 397

Elmetto di protezione per l’industria

 

UNI EN 812

Copricapo antiurto per l’industria

Le norme UNI EN a cui fanno riferimento i due tipi di caschetti di protezione indicati in figura, sono le seguenti:

  • caschetti certificati UNI EN 397 – Elmetti di protezione per l’industria,
  • caschetti certificati UNI EN 812 – Copricapi antiurto per l’industria.

Le diverse certificazioni indicano differenti prestazioni fornite.

Gli elmetti UNI EN 397 sono destinati a proteggere chi li indossa dagli effetti di urti alla testa contro oggetti immobili e dalle conseguenze causate dalla caduta di eventuali oggetti dall’alto, come carichi sospesi o in movimento.

I copricapi UNI EN 812 sono invece destinati a proteggere chi li indossa solo dagli effetti di urti alla testa contro oggetti immobili e non dalle conseguenze causate dalla caduta di oggetti dall’alto.

L’utilizzo dell’uno o dell’altro tipo di caschetto deve in ogni caso rispettare le prescrizioni contenute nel PSC e nel POS, rispetto al tipo di lavorazioni da effettuarsi e ai rischi conseguenti.

La marcatura CE e le norme UNI EN di conformità del prodotto devono essere obbligatoriamente indicate da una marcatura impressa sul materiale stesso del caschetto di protezione.

 

A - Copia

Marcatura impressa all’interno del caschetto di protezione

Durata/scadenza di un caschetto di protezione

Riguardo alla durata di un caschetto di protezione va considerato che le proprietà protettive dello stesso sono soggette a degradarsi, oltre che per l’uso (un caschetto va sempre sostituito prima della scadenza in caso di urti significativi), anche a causa delle condizioni ambientali presenti nei cantieri edili, freddo in inverno, esposizione diretta ai raggi solari in estate.

Un altro fattore che ne influenza la durata è il tipo di materiale. In genere si raccomanda come durata massima di un caschetto mantenuto in condizioni di utilizzo ottimale

■ calotta in HDPE – 3 anni

■ calotta in ABS – 5 anni

■ calotta in nylon – 5 anni

La durata del caschetto è calcolata dal momento in cui questo è effettivamente consegnato all’operatore e, quindi, messo in servizio? O dalla data di produzione impressa sulla calotta. Come calcolare la durata sullo scaffale, cioè il tempo di magazzinaggio prima che l’elmetto venga messo in servizio? Come verificare che l’elmetto confezionato sia stato conservato in buone condizioni, non esposto alla luce, né a qualsiasi tipo di inquinamento?

A queste domande il CPT (Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione infortuni) di L’Aquila risponde che il criterio da loro utilizzato, proprio per la difficoltà di dimostrare l’effettiva buona conservazione dei caschetti nei magazzini, non è quello di calcolare il tempo massimo di utilizzo dalla data di effettiva consegna al lavoratore, ma dalla data di produzione della calotta.

Nel caso di un caschetto in ABS, ad esempio, il termine massimo di utilizzo è di 5 anni a partire dalla data di produzione stampata sulla calotta dello stesso.

Arch. Anselmo Santilli – ZED PROGETTI srl