I mobili per l’edilizia sociale nel periodo tra le due guerre mondiali

I mobili per l’edilizia sociale nel periodo tra le due guerre mondiali

Furniture for social housing between the two world wars

I mobili per l’edilizia sociale nel periodo tra le due guerre mondiali

La grave crisi economica determinatasi in Germania ed in Austria dopo la prima guerra mondiale spinse le autorità statali e comunali a varare programmi di finanziamento per un ‘edilizia destinata ad ampi strati della popolazione. Abitazioni popolari furono costruite con sovvenzioni comunali sia a Vienna, dove la giunta socialdemocratica voleva creare un surrogato dell’edilizia privata dell’anteguerra, sia a Francoforte sul Meno, ad opera dell’architetto Ernst May (1886-1970) . Nella loro architettura queste abitazioni erano progettate secondo criteri più moderni anche se la loro superficie abitativa aera limitata al minimo. Le scale strette, l’esigua altezza degli ambienti e le modeste dimensioni delle camere da letto e dei soggiorni non consentivano di arredare questi appartamenti con i mobili offerti dal mercato, anche se gli architetti si sforzavano in ogni modo di fornire soluzioni economiche e umane.
I mobili prodotti allora dall’industria erano commisurati alle dimensioni delle case borghesi e non si adattavano allo spazio decisamente scarso delle abitazioni sociali. Soltanto il laboratorio del Bauhaus di Dessau fino allora aveva compiuto dei tentativi di sviluppare sistemi di mobili che avevano un bisogno limitato di spazio. In un primo momento a Francoforte si cominciò con lo smontare vecchi mobili, ricostruendoli e trasformandoli poi sotto la guida di architetti. In seguito l’amministrazione comunale fece installare dei macchinari in una vecchia caserma abbandonata, dove falegnami disoccupati vennero impiegati nella fabbricazione di mobili componibili in compensato, progettati dall’architetto Ferdinand Kramer (1898-1985). Nessun ostacolo di natura tecnica si opponeva più alla produzione di serie, giacché le esperienze elaborate nella lavorazione del legno durante il primo conflitto mondiale, nel settore delle costruzioni aeronautiche, potevano essere trasferite alla costruzione di mobili. I mobili furono posti in vendita dalla Società comunale di pubblica utilità e il loro successo di vendite fu straordinariamente grande.

Ferdinand Kramer – Camera da pranzo

Nel 1925 Ernst May chiamò a collaborare con lui all’Ufficio per l’Edilizia di Francoforte l’architetto viennese Grete Schütte-Lihotzky (1897-2000), che si occupò soprattutto della creazione di cucine standardizzate. Il suo primo tipo di cucina fu presentato al pubblico circa un anno dopo nel Municipio di Francoforte e installato in un appartamento di Francoforte-Niederrad. Dopo l’inizio della produzione in serie furono consegnate annualmente dalle 4000 alle 5000 “cucine francofortesi” e si riuscì a ridurre il loro prezzo da 400 a 280 marchi. Questi costi furono sommati a quelli di costruzione della casa e ripartiti sui canoni d’affitto, che erano superiori di un solo marco rispetto a quelli delle abitazoni prive dell’arredamento della cucina.

Margarete Schütte-Lihotzky – Cucina “francofortese”

Nel 1927 Franz Schuster (1892-1976) fu chiamato a Francoforte sul Meno da Ernst May e nel 1928 assunse la direzione del corso speciale di Edilizia abitativa e arredamento della Scuola d’arte applicata di Francoforte. Contemporaneamente all’arredamento dei centri residenziali costruiti da Ernst May, Schuster fu consulente artistico delle Deutsche Hausratgesellschaften (Società tedesche per le suppellettili domestiche) di Francoforte che per statuto avevano il compito di “fornire con una forma di vendita rateale di tipo speciale, arredamenti e singoli mobili, eseguiti accuratamente sotto il profilo tecnico, artistico e di prezzo vantaggioso, a tutti coloro ai quali fosse difficile o impossibile soddisfare in altro modo il proprio bisogno di suppelletili domestiche”. Per poter offrire con pochi elementi base le forme di mobili più disparate Schuster sviluppò il mobile componibile.

Franz Schuster – Angolo nel soggiorno di una casa di un centro residenziale di Francoforte sul Meno

Nel 1932 Franz Schuster scriveva a proposito dei propri mobili: “l’idea del mobile componibile si è affermata da molti anni in tutti i paesi in cui il mercato offre mobili per i nuovi appartamenti dell’edilizia sociale. Essi danno al compratore la possibilità di soddisfare le più disparate esigenze abitative con pochi mobili base, con cui può combinare e integrare, secondo i propri desideri, l’arredamento più adatto a ogni ambiente. L’acquirente si libera dalla costrizione della compatibilità e anche il singolo mobile trova così un impiego vario e pratico per scopi diversi. Il comodino abbastanza ampio diventa scarpiera, nella stanza dei bambini si trasforma in armadietto per i giocattoli e nell’ingresso in piccolo comò con specchio. Il tavolo d’appoggio, con o senza cassetto o tendina, trova anch’esso un molteplice impiego e, completato con l’aggiunta di un piano ribaltabili, si trasforma in un tavolo da pranzo facilmente spostabile e poco ingombrante. Con comò, scaffali per libri e armadi si possono comporre i più diversi tipi di mobili per il soggiorno e la camera da letto e ognuno partecipa così creativamente all’arredamento della propria casa.”

Le ricerche compiute successivamente in Danimarca e in Svezia, su dimensioni e standard costruttivi si fondano in larga misura sull’idea del mobile componibile di Schuster. Anche la produzione di mobili semplici in Germania e in Austria nel periodo del primo dopoguerra può condursi ai principi che ispirarono i mobili di Schuster.

I semplicissimi mobili componibili di Franz Schuster, quelli in legno compensato di Ferdinad Kramer e le cucine di Grete Schutte-Lihotzky, al pari dei mobili componibili di Walter Gropius (1883-1969) e dei mobili tipo realizzati al Bauhaus sotto la guida di Alfred Arndt (1896-1976), diedero la possibilità ad ampi strati della popolazione di acquistare a un prezzo conveniente suppellettili di eccellente qualità formale, che si potevano combinare a piacere. Tale situazione, pur con le variabilità legate alla società dei consumi che si è progressivamente affermata dopo la seconda guerra mondiale, resta valida ancora oggi.

 Paolo Casilio – ZED PROGETTI srl

Fonti

“Storia del mobile moderno” – Karl Mag – Ed. Laterza

The serious economic crisis in Germany and Austria after the First World War led the state and municipal authorities to launch funding programmes for construction for large sections of the population. Popular dwellings were built with municipal subsidies both in Vienna, where the Social Democratic Council wanted to create a substitute for pre-war private housing, and in Frankfurt am Main, by the architect Ernst May (1886-1970). In their architecture, these houses were designed according to more modern criteria, even if their living space was limited to a minimum. The narrow staircases, the low height of the rooms and the modest size of the bedrooms and living rooms did not allow these apartments to be furnished with the furniture offered by the market, even if the architects made every effort to provide economic and human solutions.
The furniture produced at the time by the industry was commensurate with the size of the bourgeois houses and did not adapt to the very limited space of the social housing. Only the Bauhaus laboratory in Dessau had so far made attempts to develop furniture systems that had a limited need for space. At first in Frankfurt, old furniture was dismantled, rebuilt and transformed under the guidance of architects. Subsequently, the municipal administration had machinery installed in an old abandoned barracks, where unemployed carpenters were used in the manufacture of modular plywood furniture designed by architect Ferdinand Kramer (1898-1985). There were no longer any technical obstacles to mass production, as the experience gained in woodworking during the First World War in the aeronautical construction sector could be transferred to the construction of furniture. The furniture was sold by the Municipal Charitable Society and their sales success was extraordinarily great.
In 1925 Ernst May called upon the Viennese architect Grete Schütte-Lihotzky (1897-2000) to work with him at the Frankfurt Building Office, who was mainly responsible for the creation of standardised kitchens. His first type of kitchen was presented to the public about a year later in the City Hall of Frankfurt and installed in an apartment in Frankfurt-Niederrad. After the start of series production, 4,000 to 5,000 “Frankfurt kitchens” were delivered annually and their price was reduced from 400 to 280 marks. These costs were added to those of the construction of the house and divided on the rents, which were only one mark higher than those of the dwellings without the furniture of the kitchen.
In 1927 Franz Schuster (1892-1976) was called to Frankfurt am Main by Ernst May and in 1928 took over the management of the special course in housing and furnishing at the School of Applied Art in Frankfurt. At the same time as furnishing the residential centres built by Ernst May, Schuster was artistic consultant to the Deutsche Hausratgesellschaften (German Society for Household Furnishings) in Frankfurt, which by statute had the task of “providing, with a form of instalment sale of a special type, furniture and individual furniture, executed with great care from the technical, artistic and price point of view, to all those who it was difficult or impossible to satisfy in any other way their need for household furnishings”. In order to be able to offer the most diverse forms of furniture with a few basic elements, Schuster developed the modular furniture.
In 1932 Franz Schuster wrote about his furniture: “The idea of modular furniture has been established for many years in all countries where the market offers furniture for new social housing apartments. They give the buyer the opportunity to meet the most diverse housing needs with a few basic pieces of furniture, with which he can combine and integrate, according to his wishes, the most suitable furniture for any environment. The buyer is freed from the constraint of compatibility and even the individual piece of furniture can be used in a varied and practical way for different purposes. The fairly large bedside table becomes a shoe rack, in the children’s room it becomes a locker for toys and in the entrance hall a small dresser with mirror. The support table, with or without a drawer or a curtain, can also be used in many different ways and, completed with the addition of a folding top, can be transformed into an easily movable and space-saving dining table. With dressers, bookcases and wardrobes, a wide variety of living room and bedroom furniture can be made up, and each of them can creatively participate in the furnishing of his or her own home.”

The subsequent research into dimensions and construction standards in Denmark and Sweden is largely based on Schuster’s idea of modular furniture. Even the production of simple furniture in Germany and Austria after the First World War can lead to the principles that inspired Schuster’s furniture.

Franz Schuster’s very simple modular furniture, Ferdinad Kramer’s plywood furniture and Grete Schutte-Lihotzky’s kitchens, as well as Walter Gropius’s modular furniture (1883-1969) and the standard furniture made at the Bauhaus under the guidance of Alfred Arndt (1896-1976), gave large sections of the population the opportunity to buy furniture of excellent formal quality at an affordable price, which could be combined at will. This situation, despite the variability linked to the consumer society that gradually became established after the Second World War, still remains today.