I pavimenti in vinil-amianto (VA)

I pavimenti in vinil-amianto (VA)

Vinyl-asbestos (VA) flooring

I pavimenti in vinil-amianto (VA)

La presenza di pavimenti in vinil-amianto (VA) e’ molto diffusa. Nei decenni 1960-80 il materiale, di basso costo e di rapida messa in opera, e’ stato largamente usato soprattutto per la pavimentazione di edifici pubblici, scuole, ospedali ed anche di alloggi popolari. Il procedimento industriale per la produzione del VA consiste nella mescola di resine di PVC, copolimeri, leganti inorganici, pigmenti e amianto. Il materiale viene scaldato e, quando la miscela raggiunge la temperatura e la plasticità desiderate, viene laminato fino allo spessore richiesto e quindi tagliato in piastrelle.
Nei pavimenti in VA, le fibre di amianto (tra il 10 e 25%) sono fortemente conglobate in resine di PVC. Nell’uso normale di questi pavimenti è improbabile un rilascio di fibre d’amianto, mentre se le mattonelle vengono tagliate, abrase o perforate possono liberare in aria anche elevate quantità di fibre.

Anche la colla utilizzata per il fissaggio può contenere amianto.
Vi sono comunque poche pubblicazioni al riguardo della possibilità di cessione, spontanea o provocata, di fibre libere di amianto dai pavimenti in VA in opera, a differenza dei numerosi lavori che trattano di materiali friabili. L’Istituto americano di Ricerca sugli Effetti dell’Amianto sulla Salute (HEI-AR), in una pubblicazione di sintesi delle conoscenze sul problema dell’amianto indoor del 1991, riferisce che le fibre di amianto presenti nei materiali vinilici in opera si trovano incapsulate in una matrice stabile che ne previene la diffusione ambientale, se il materiale e’ mantenuto in buone condizioni.
Altri autori sostengono l’assenza di inquinamento indoor, in condizioni normali. Ciò è anche confermato dal Rapporto ISTISAN 89/26 (“Inquinamento da asbesto negli ambienti di vita”) ove l’ISS, citando dati dell’OMS e dell’U.S.EPA, riporta una concentrazione di fibre libere di amianto compresa fra 0,2 e 1 ff/l in edifici privi di specifiche sorgenti di amianto o con amianto saldamente legato a matrici (VA, cemento-amianto) in buono stato di conservazione. Concentrazioni analoghe di fibre aerodisperse si ritrovano nelle aree urbane, con punte anche più elevate nelle zone con intenso traffico veicolare, come riferito nel citato Rapporto ISTISAN 89/26 e nei lavori di G. Chiappino.
Solo due studi hanno dimostrato la presenza di fibre libere di amianto in aria in edifici ove l’unica fonte era costituita da pavimenti in VA.
Alcuni autori sostengono un possibile inquinamento da fibre libere durante le operazioni di lucidatura dei pavimenti con macchine con spazzole abrasive (Demyanek, Wilmoth,). Tuttavia queste pubblicazioni si riferiscono a fibre di lunghezza compresa fra 0,5 e 5 µm (analisi in TEM), mentre la normativa di riferimento (D.M. 06.09.94) raccomanda di contare solo le fibre di lunghezza superiore a 5 µm, che nei campioni esaminati dagli stessi autori non sono state ritrovate.
Per quanto concerne il riconoscimento della natura dei materiali, l’esperienza consente di ricavare alcune indicazioni:

  1. I materiali in VA si presentano in piastrelle, di solito di misura 30×30 o 40×40 cm; pertanto i pavimenti posati in rotoli difficilmente contengono amianto.
  2. Le piastrelle si presentano solitamente dure, difficilmente scalfibili; se vengono piegate si spezzano di netto. La superficie può essere sia di colore uniforme che variamente screziato.
  3. Salvo quanto detto, non e’ possibile un riconoscimento diretto, “a vista”, del contenuto in amianto o meno del pavimento. Esistono piastrelle in VA del tutto simili nell’aspetto esteriore a quelle prive di amianto. Pertanto nella maggioranza dei casi si impone il campionamento del materiale.
  4. Non vanno confusi con il VA altri materiali incollati per pavimentazioni, come quelli di gomma naturale, spesso presenti nelle palestre, o il linoleum. Quest’ultimo viene prodotto a partenza dall’olio di lino cotto, essiccato e steso su un supporto di tela di iuta; il materiale e’ molto flessibile e sottile.

Manutenzione dei pavimenti in VA
Stabilito che, in condizioni normali, l’entità del rilascio di fibre libere da parte di un pavimento in VA e’ molto contenuta, se non assente, devono comunque essere fornite ai proprietari degli immobili delle indicazioni per mantenere i pavimenti in buone condizioni. Infatti e’ noto che, in generale, il campionamento ambientale non può essere preso come unico strumento per valutare il rischio del rilascio di fibre in aria da parte di un materiale contenente amianto, in quanto fornisce indicazioni solo sul momento del campionamento, senza poter prevedere i futuri danneggiamenti. A questo scopo si riportano alcune semplici indicazioni, che vengono qui riportate.

  1. Effettuare le normali pulizie con stracci umidi.
  2. Incerare i pavimenti periodicamente, evitando l’utilizzo di spazzole con setole dure.
  3. Le piccole manutenzioni, per la sostituzione di piastrelle rotte o logorate, devono essere eseguite in assenza di persone e con un’accurata pulizia finale ad umido.
  4. Le eventuali fessurazioni fra le piastrelle possono essere sigillate con i comuni prodotti in commercio.
  5. La rimozione di intere pavimentazioni deve essere autorizzata dal Servizio di Prevenzione dell’ASL previa definizione del piano di lavoro previsto dall’art. 34 del D.Lgs. 277/91.
  6. Sono sempre possibili interventi di “sopracopertura” dei pavimenti tramite l’incollaggio di nuovi materiali esenti da amianto.

Rimozione di pavimenti in VA
La rimozione di materiali contenenti amianto deve essere preceduta dalla presentazione del Piano di Lavoro. Il Servizio di Prevenzione degli ambienti di lavoro dell’ASL rilascia prescrizioni sulle modalità di lavoro in modo da ridurre al minimo il rischio di esposizione dei lavoratori e di contaminazione dell’ambiente a causa della possibile presenza di fibre libere di amianto.
Il D.M. 06.09.94 stabilisce le misure di sicurezza da rispettare durante la bonifica di materiali friabili, di rivestimenti di tubazioni con la tecnica dei glove-bags e di coperture in cemento-amianto. La delibera della Giunta della Regione Veneto n. 5607 del 31.10.95 fornisce ulteriori indicazioni agli Organi di Vigilanza, ancora in materia di rimozioni di coperture in cemento-amianto.

A tutt’oggi non sono disponibili protocolli per la rimozione di pavimenti in VA.
In considerazione dei risultati dei campionamenti eseguiti durante i lavori di rimozione, che dimostrano scarsa o nulla presenza di fibre, se i lavori sono eseguiti secondo un protocollo di sicurezza, si riportano le condizioni operative che vanno prescritte e seguite durante i lavori.

  1. I lavori devono essere eseguiti in assenza di utenti, anche nei locali limitrofi.
  2. Prima di procedere alla rimozione dei pavimenti, i vani devono essere segregati e deve essere posta sulle entrate idonea cartellonistica di avvertimento sui lavori in corso e di divieto di accesso. Le finestre e le porte devono restare chiuse fino a bonifica terminata.
  3. Le parti non spostabili (termosifoni, bancali delle finestre, eventuali attrezzature, ecc.) devono essere rivestite con teli di polietilene.
  4. I pavimenti, nello stato attuale, devono essere accuratamente puliti ad umido, con stracci bagnati.
  5. In tutte le lavorazioni a contatto coi materiali contenenti amianto i lavoratori devono essere equipaggiati con tuta monouso dotata di cappuccio, in tyvek e semi maschera munita di filtro P2 o facciale filtrante FFP2.
  6. Il sollevamento delle piastrelle deve avvenire con strumenti manuali, tipo spatola, cercando di sollevare le piastrelle una ad una, evitando di romperle. Non e’ consentito l’utilizzo di strumenti elettrici ad alta velocità.
  7. Durante la rimozione delle piastrelle, un lavoratore, appositamente addetto, deve costantemente mantenere bagnata la superficie inferiore della piastrella con una soluzione vinilica al 5%, colorata, a spruzzo, utilizzando una pompa a mano o anche semplicemente uno spruzzatore per piante.
  8. Ogni 30-40 piastrelle levate, queste devono essere subito confezionate in pacchetti, rivestiti con politene e chiusi con nastro adesivo. I pacchetti verranno successivamente insaccati in big-bags contrassegnati a norma.
  9. Eventuali residui sul sottofondo devono essere trattati con la soluzione vinilica e, una volta asciugati, raschiati con cura e aspirati con aspiratore dotato di filtro assoluto.
  10. Al termine dell’asportazione delle mattonelle, il sottofondo messo a nudo deve essere nuovamente pulito con stracci bagnati.
  11. Al termine dei lavori le attrezzature utilizzate dovranno essere accuratamente pulite ad umido.
  12. Massima cura deve essere riservata alle operazioni di svestizione: tenendo indossata la maschera, l’operatore deve procedere ad una pulizia ad umido della tuta, che deve essere sfilata arrotolandola man mano dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno e poi riposta in un contenitore chiuso. Infine dovra’ essere tolta con cautela la maschera, dopo averla inumidita esternamente.
  13. Monitoraggi. Devono essere effettuati campionamenti d’aria per la ricerca di eventuali fibre di amianto:
  • Uno o più campionamenti di fondo, in Microscopia Elettronica, nelle condizioni attuali del pavimento;
  • Uno o più campionamenti personali durante il lavori di asportazione delle piastrelle, in Microscopia Ottica.
  • Uno o più campionamenti al termine della bonifica, in MOCF. All’esito favorevole di questi campionamenti seguirà nulla osta per la rimozione dei teli di politene e per l’ingresso di altro personale per i lavori successivi.
  • Uno o più campionamenti finali, prima della riconsegna dei vani per il loro abituale utilizzo, in Microscopia Elettronica.

Fonti
http://www.assoamianto.it/
http://www.aeffecoperture.it

 Paolo Casilio – ZED PROGETTI srl

The presence of vinyl-asbestos (VA) floors is widespread. In the 60’s and 80’s the material, which was cheap and quick to install, was widely used, above all, for the flooring of public buildings, schools, hospitals and even social housing. The industrial process for the production of VA consists of a mixture of PVC resins, copolymers, inorganic binders, pigments and asbestos. The material is heated and, when the mixture reaches the desired temperature and plasticity, it is laminated to the required thickness and then cut into tiles.
In VA floors, asbestos fibres (between 10 and 25%) are strongly embedded in PVC resins. In normal use these floors are unlikely to release asbestos fibres, while if the tiles are cut, abraded or perforated they can release even large quantities of fibres into the air.

The glue used for fixing may also contain asbestos.
However, there are few publications about the possibility of spontaneous or provoked transfer of asbestos-free fibres from VA floors in place, unlike the many jobs dealing with crumbly materials. The American Institute for Research on the Effects of Asbestos on Health (HEI-AR), in a 1991 publication summarizing knowledge on the problem of indoor asbestos, reports that the asbestos fibres present in the vinyl materials in place are encapsulated in a stable matrix that prevents their environmental spread, if the material is kept in good condition.
Other authors argue that there is no indoor pollution under normal conditions. This is also confirmed by the ISTISAN Report 89/26 (“Pollution from asbestos in living environments”), where the ISS, citing data from the WHO and the U.S.EPA, reports a concentration of free asbestos fibres between 0.2 and 1 ff/l in buildings without specific sources of asbestos or with asbestos firmly bound to matrices (VA, cement-asbestos) in good condition. Similar concentrations of airborne fibres are found in urban areas, with even higher peaks in areas with intense vehicular traffic, as reported in the aforementioned ISTISAN Report 89/26 and in G. Chiappino’s works.
Only two studies have shown the presence of free asbestos fibres in the air in buildings where the only source was VA flooring.
Some authors argue that there may be pollution from free fibres during floor polishing operations using machines with abrasive brushes (Demyanek, Wilmoth,). However, these publications refer to fibres with a length of between 0.5 and 5 µm (TEM analysis), while the reference standard (D.M. 06.09.94) recommends that only fibres with a length of more than 5 µm be counted, which have not been found in the samples examined by the same authors.  
As far as the recognition of the nature of the materials is concerned, the experience allows to obtain some indications:
1- VA materials are in tiles, usually measuring 30 x 30 or 40 x 40 cm; therefore floors laid in rolls are unlikely to contain asbestos.
2- Tiles are usually hard and difficult to scratch; if folded, they break sharply. The surface can be either uniform or mottled.
3- Except for what has been said, it is not possible a direct recognition, “at sight”, of the asbestos content or not of the floor. There are VA tiles that are very similar in appearance to asbestos-free tiles. Therefore, in the majority of cases, sampling of the material is required.
4 – Do not confuse with VA other glued materials for flooring, such as those of natural rubber, often present in gyms, or linoleum. Linoleum is produced from cooked linseed oil, dried and spread on a jute cloth support; the material is very flexible and thin.

Floor maintenance.
Once it has been established that, under normal conditions, the amount of free fibres released by a VA floor is very small, if not absent, it is necessary to provide property owners with indications to keep the floors in good condition. In fact, it is well known that, in general, environmental sampling cannot be taken as the only tool to assess the risk of the release of fibres into the air from a material containing asbestos, as it only provides indications on the moment of sampling, without being able to predict future damage.
For this purpose, some simple indications are given here.
1- Carry out normal cleaning with damp rags.
2- Wax the floors periodically, avoiding the use of brushes with hard bristles.
3- Small maintenance operations, for the replacement of broken or worn tiles, must be carried out in the absence of people and with careful final wet cleaning.
4- Any cracks between the tiles can be sealed with common products on the market.
5- The removal of entire floors must be authorized by the ULSS Prevention Service after defining the work plan provided for in art. 34 of Legislative Decree no. 277/91.
6- It is always possible to “cover” the floors by gluing new materials free of asbestos.

Removal of floors.
The removal of materials containing asbestos must be preceded by the presentation of the worktop. The ULSS Prevention of Work Environments Service issues instructions on how to work in order to minimize the risk of worker exposure and contamination of the environment due to the possible presence of asbestos-free fibres.
Ministerial Decree 06.09.94 establishes the safety measures to be respected during the reclamation of friable materials, glove-bags piping and asbestos cement roofing. Resolution no. 5607 of 31 October 1995 of the Veneto Regional Council provides additional information to the supervisory bodies, still concerning the removal of asbestos-cement roofing.
To date, protocols for the removal of VA floors are not available.
In consideration of the results of the sampling carried out during the removal works, which show little or no presence of fibres, if the works are carried out according to a safety protocol, the operating conditions that must be prescribed and followed during the works are:
1- The work must be carried out in the absence of users, even in neighboring rooms.
2- Before proceeding with the removal of the floors, the rooms must be segregated and must be placed on the entrances appropriate signs warning about the work in progress and prohibiting access. The windows and doors must remain closed until the reclamation is completed.
3- Non-movable parts (radiators, window benches, any equipment, etc.) must be covered with polythene sheets.
4 – The floors, in their current state, must be thoroughly wet-cleaned with wet rags.
5- In all work in contact with materials containing asbestos, workers must be equipped with disposable overalls with hood, in tyvek and half-mask equipped with a P2 filter or FFP2 filtering face mask.
6- The lifting of the tiles must be done with manual tools, such as a spatula, trying to lift the tiles one by one, avoiding breaking them. The use of high speed electrical instruments is not permitted.
7- During the removal of the tiles, a worker, specially employed, must constantly keep the lower surface of the tile wet with a 5% vinyl solution, coloured, by spray, using a hand pump or even simply a plant sprayer.
8- Every 30-40 tiles removed, these must be immediately packaged in packages, coated with polythene and closed with adhesive tape. The packages are then packaged in big-bags marked in accordance with the regulations.
9- Any residues on the substrate must be treated with the vinyl solution and, once dried, carefully scraped and vacuumed with a vacuum cleaner equipped with an absolute filter.
10- Once the tiles have been removed, the bare substrate must be cleaned again with wet rags.
11- At the end of the work, the equipment used must be thoroughly wet-cleaned.
12- The greatest care must be taken when undressing: keeping the mask on, the operator must wet clean the suit, which must be removed by rolling it up from top to bottom and from the inside out and then placed in a closed container. Finally, the mask must be carefully removed after having moistened it externally.
13- Monitoring. Air sampling must be carried out to find possible asbestos fibres:
– One or more background samples, in Electronic Microscopy, in the current conditions of the floor;
– One or more personal samples during the work of removing the tiles, in Optical Microscopy.
– One or more samples at the end of the reclamation, in MOCF. After the favourable outcome of these samples, the removal of the polythene sheets and the entry of other personnel for the following works will be cleared.
– One or more final samples, before the return of the compartments for their usual use, in Electronic Microscopy.