La colonia marina Montecatini a Cervia (RA) dell’Arch. Eugenio Faludi
Eugenio Faludi's Montecatini seaside holiday camp at Cervia (RA) - Italy
- 26 Apr 2020
Le “colonie marine” nascono in origine come “ospizi marini” e sanatori per la profilassi e cura delle patologie tubercolari quale fenomeno diffuso in gran parte del territorio europeo e che prende avvio già tra Settecento e Ottocento. In Italia, la funzione terapeutica prosegue anche negli anni 1930 in pieno regima fascista, quando alla finalità sanitaria verso i bambini affetti da patologie tubercolari si aggiunge quella educativa e di propaganda.
All’inizio questa tipologia edilizia non trova una sua caratterizzazione specifica: ad es. l’Ospizio Marino di Viareggio, è ancora, architettonicamente e tipologicamente una replica di un “palazzo urbano” affacciato sul mare. Nel tempo però le colonie (marine e anche montane) si trasformarono in strutture imponenti, progettate spesso dai migliori architetti del tempo e con un’insolita libertà di espressione, avendo come unico obiettivo quello di comunicare la modernità intesa come valore dell’avanguardia e del regime.
Questa libertà consentì, proprio in tale ambito, la possibilità di sperimentare il linguaggio architettonico funzionalista e razionalista italiano nelle forme più esenti dalle influenze monumentalistiche del periodo.
In tal senso questi complessi di edifici, che oggi si trovano in gravi difficoltà di riconversione (se non nelle “solite” strutture alberghiere) e sono lasciati all’incuria del tempo e delle persone, rappresentano casi di studio di notevole interesse.
Si riporta quindi, nel seguito, un importante esempio rappresentato dalla colonia marina progettata dall’Arch. Eugenio Faludi, figura purtroppo ancora poco considerata e rivalutata nel panorama del movimento razionalista italiano.
La storia della colonia marina Montecatini nasce dunque nel giugno del 1936 quando la Montecatini stessa bandisce un concorso ad inviti per la progettazione di una colonia estiva da costruirsi su un’area di 20.000 mq presso la spiaggia di Marina di Ravenna. Tale concorso viene ripreso ed analizzato nella rivista “Architettura” N. 5 del 1938. Il primo premio viene attribuito in ex aequo ai progetti di Gino Cancellotti, Gino Franzi, Giancarlo Polidori, Ernesto Salviati e Duilio Torres. L’attribuzione del premio coincide però con l’intenzione della Società di non affidare l’esecuzione del progetto a nessuno dei partecipanti.
Il progetto non viene comunque abbandonato e viene scelta per la costruzione un’area diversa nel territorio di Cervia (RA), a circa 15 Km più a Sud rispetto a Marina di Ravenna ed accanto a quello che sarà occupato dalla Colonia Varese, progettata da Mario Loreti nel 1937 e costruita dalla CMC di Ravenna nel 1938 per conto della Federazione dei Fasci della provincia di Varese. Il motivo che induce a cambiare la localizzazione è probabilmente di natura economica in quanto a Cervia la Montecatini ottiene un costo del terreno decisamente basso e l’area (di ben 66.040 mq) viene consegnata alla Montecatini il 21/08/1937. Nel frattempo il progetto viene affidato all’Arch. Eugenio Faludi che redige un progetto definitivo che fra giugno e settembre 1937 verrà anche esposto alla Mostra nazionale delle colonie estive e, l’anno dopo, alla prima Mostra nazionale del Dopolavoro.
Il 15/03/1938 la Montecatini richiede il permesso di costruire e le viene consentito di iniziare i lavori alla fine dello stesso mese, affidati sempre alla CMC di Ravenna, lavori che si concluderanno il 30/05/1939, in tempo per l’avvio della stagione balneare e l’inaugurazione ufficiale si terrà il 24/08/1939. L’abitabilità verrà concessa l’11/06/1939.
Il complesso, con una superficie coperta di 8.122 mq, una cubatura totale di 61.000 mc di cui 30.000 porticati, poteva ospitare dai 500 ai 1500 bambini e 300 persone di servizio.
La lettura formale del progetto a base della licenza edilizia del 1938 evidenzia una configurazione di impianto a “C” con uno sviluppo longitudinale parallelo al fronte mare ed una tipica organizzazione per blocchi funzionali:
- Blocco A: su due piani, aule ed alloggi per gli impiegati al primo piano ed alloggi per il direttore e gli ospiti al secondo
- Blocco A2: su due piani, al piano terra il refettorio dei dipendenti ed al piano superiore i dormitori del personale femminile
- Blocco A3: di un solo piano, prevede i dormitori del personale maschile e la cucina
- Blocchi B, C: di un solo piano dedicati alla lavanderia ed autorimessa-officina
- Blocco D: si sviluppa su due piani a doppia altezza dove è presente il refettorio bambini
- Blocco E1: si sviluppa su due piani a doppia altezza dove è presente il salone proiezioni – funzioni religiose – ricreazione
- Blocco E2: percorsi porticati
- Blocco E3: quadriportico aperto
- Blocchi F e F1: su cinque piani dove sono posizionati i dormitori bambini su porticato a pilotis
- Blocco F3: porticato
- Blocco G: su due piani, dove sono posizionati i locali accettazione ed infermeria
- Blocco G1: su due piani, dove sono posizionati portici e gabinetti
La torre con arengario (evidente citazione della “torre littoria”) alta 53 m si pone a bilanciare la configurazione compositiva orizzontale assumendo la funzione ambivalente di luogo per vista panoramica e di esercizio fisico.
In fase realizzativa il progetto viene modificato con l’introduzione di alcune varianti che generano una differente articolazione dei volumi edilizi:
- la torre viene integrata da un largo basamento con scale
- l’ingresso viene dotato di un arco trionfale in calcestruzzo e che appare ispirato a quello dell’E42
- si attuano varianti varie nelle suddivisioni interne
- la grande aula del refettorio (Blocco D) è estesa sino al passaggio porticato che conduce all’atrio principale causando la soppressione del quadriportico aperto E3. In modo similare vengono estesi anche i blocchi B,C.
- vengono inoltre aggiunti, ma come fabbricati separati: il padiglioni di isolamento (Blocco H) ad un piano e la cabina elettrica (Blocco I)
La configurazione finale del 1939 è quindi la seguente:
Il progetto iniziale prevedeva anche una passerella che collegava la colonia al mare, che non fu però mai ultimata.
Nel 1940 divenne un ospedale militare, e proprio in questo periodo la torre fu abbattuta dai bombardamenti alleati. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, la struttura passò in mano ai Monopoli di Stato che misero in atto un grande lavoro di ristrutturazione nel 1952 e la torre venne ricostruita anche se con un’altezza molto più modesta.
Abbandonata definitivamente nel 1998, la Colonia Montecatini versa ora in uno stato di completo abbandono.
Fonti:
“Eugenio Faludi – colonia marina montecatini a cervia 1936-1939” – Stefano Andrea Poli- Ed. LIOS
https://www.cerviaemilanomarittima.org/2014/12/22/colonia-montecatini/
http://www.spaziindecisi.it/space/colonia-montecatini-monopoli-di-stato/
https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/08/20/news/dai_fasti_degli_anni_30_al_declino_dei_70_le_colonie_marine_tra_cura_e_propaganda-40008066/
https://www.vanillamagazine.it/colonia-montecatini-decadente-ricordo-dei-monopoli-di-stato/
https://www.cerviaemilanomarittima.org/2014/12/22/colonia-montecatini/
https://news-eventi.riminiweb.net/colonia-montecatini/
http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/
Ing. Paolo Croce- ZED PROGETTI srl
The “seaside holiday camps” were originally created as “seaside hospices” and sanatoriums for the prophylaxis and treatment of tubercular diseases as a widespread phenomenon in much of Europe and which began as early as the eighteenth and nineteenth centuries. In Italy, the therapeutic function continued in the 1930s in full fascist rule, when health care for children suffering from tubercular diseases was added to the educational and propaganda purposes.
At the beginning, this type of building did not find a specific characterization: for example, the Ospizio Marino of Viareggio, is still, architecturally and typologically, a replica of an “urban palace” overlooking the sea. Over time, however, the holiday camps (seaside and even mountain) were transformed into imposing structures, often designed by the best architects of the time and with an unusual freedom of expression, having as their sole objective to communicate modernity understood as the value of the avant-garde and the regime.
This freedom allowed, precisely in this context, the possibility to experiment the Italian functionalist and rationalist architectural language in the forms most free from the monumentalistic influences of the period.
In this sense, these complexes of buildings, which today find themselves in serious difficulties of reconversion (if not in the “usual” hotel structures) and are left to the neglect of time and people, represent case studies of considerable interest.
The following is an important example represented by the marine colony designed by Arch. Eugenio Faludi, a figure unfortunately still little considered and revalued in the panorama of the Italian rationalist movement.
The history of the marine colony Montecatini therefore began in June 1936 when Montecatini itself launched a competition by invitation for the design of a summer colony to be built on an area of 20,000 square metres on the beach of Marina di Ravenna. This competition was taken up and analysed in the magazine “Architettura” N. 5 of 1938. The first prize is awarded ex aequo to the projects of Gino Cancellotti, Gino Franzi, Giancarlo Polidori, Ernesto Salviati and Duilio Torres. The awarding of the prize coincides, however, with the Company’s intention not to entrust the execution of the project to any of the participants.
The project was not abandoned, however, and a different area was chosen for construction in the territory of Cervia (RA), about 15 km south of Marina di Ravenna and next to the area to be occupied by the Colonia Varese, designed by Mario Loreti in 1937 and built by the CMC of Ravenna in 1938 on behalf of the Federazione dei Fasci of the province of Varese. The reason that leads to change the location is probably of an economic nature as in Cervia Montecatini gets a very low cost of land and the area (of 66,040 square meters) was delivered to Montecatini on 21/08/1937. In the meantime, the project was entrusted to Arch. Eugenio Faludi who drew up a definitive project that between June and September 1937 will also be exhibited at the National Exhibition of Summer Colonies and, the following year, at the first National Exhibition of Dopolavoro.
On 15/03/1938 Montecatini applied for a building permit and was allowed to begin work at the end of the same month, again entrusted to the CMC of Ravenna. The work will be completed on 30/05/1939, in time for the start of the bathing season and the official inauguration will be held on 24/08/1939. Habitability will be granted on 11/06/1939.
The complex, with a covered area of 8,122 square meters, a total cubature of 61,000 cubic meters of which 30,000 arcades, could accommodate from 500 to 1500 children and 300 people of service.
The formal reading of the project based on the building permit of 1938 shows an “S” shaped layout with a longitudinal development parallel to the seafront and a typical organization by functional blocks:
Block A: on two floors, classrooms and accommodation for employees on the first floor and accommodation for the director and guests on the second floor
Block A2: on two floors, on the ground floor the employees’ refectory and on the upper floor the female staff dormitories
Block A3: of only one floor, it includes the male staff dormitories and the kitchen
Blocks B, C: one floor dedicated to laundry and garage/workshop
Block D: it is developed on two floors with double height where there is the children’s refectory.
Block E1: it develops on two floors with double height where there is the projection hall – religious services – recreation
Block E2: porticoed paths
Block E3: open quadriportico
Blocks F and F1: on five floors where the children’s dormitories are located on a pilotis porch.
Block F3: porch
Block G: on two floors, where the reception and infirmary rooms are located.
Block G1: on two floors, where arcades and toilets are located
The tower with arengario (a clear quotation from the “torre littoria”) 53 m high is intended to balance the horizontal compositional configuration by assuming the ambivalent function of a place for panoramic views and exercise.During the realization phase the project is modified with the introduction of some variations that generate a different articulation of the building volumes:
the tower is integrated by a wide base with stairs
the entrance is equipped with a concrete triumphal arch which appears to be inspired by that of the E42
various variants are implemented in the internal subdivisions
the large refectory hall (Block D) is extended as far as the porticoed passage leading to the main atrium causing the suppression of the open quadriporticus E3. Blocks B,C are also extended in a similar way.
The isolation pavilion (Block H) on one floor and the electrical cabin (Block I) are also added as separate buildings.The initial project also included a walkway connecting the colony to the sea, but it was never completed.
In 1940 it became a military hospital, and it was during this period that the tower was knocked down by Allied bombardments. At the end of the Second World War, the structure passed into the hands of the Monopoli di Stato, which carried out a major renovation in 1952, and the tower was rebuilt,but at a much lower height. Abandoned definitively in 1998, Colonia Montecatini is now in a state of complete abandonment.